“… In Sebaste, invece, quest’anima antica di un linguaggio contemporaneo prende sembianze infuocate e brulicanti.
E ciò avviene nel nome della magia e del mito, ove il fuoco (di cui del resto si serve per fondere e distribuire i suoi impasti cromatici sul supporto del quadro) è quasi il fuoco delle sibille o quello dei fulmini degli dei, o, ancora, è quello dell’alchimista che, in un territorio di sensibilità plastiche essenziali, di sottili e palpitanti valori simbolici, trasformando le materie e i pigmenti, trasforma anche lo sguardo e fors’anche l’anima di se stesso.
Anche qui un altro grande esempio, quello di Jackson Pollock e della sua action painting, è in qualche misura assimilato e metabolizzato dal nostro autore, fondendo l’antico nel moderno in un appassionato susseguirsi di segni e di gesti, di superfici scabre e di guizzanti e tormentati arabescamenti.
Ne scaturisce un suggestivo intreccio di contemplazione dell’inconscio ma anche d’impulso, una espressività allucinata e rorida che si distribuisce tra memoria dell’arcaico e aggiornata raffinatezza del contemporaneo alla ricerca dello spirito primario e del suo senso definitivo nell’economia dell’esistere, quasi come se il gesto della creazione artistica partecipasse alla ricerca di una sorta di quintessenza del significato della vita, di un suo principio definitivo ed assoluto.
Dal catalogo personale Permanente Milano 2009 “Alle radici dell’immaginario “