Gaetano Cappelli, dal catalogo “Dallo zoccolo di Pegaso sgorgò l’albero della vita”, 1988

“(...) La pittura di Sebaste è essenzialmente materica. (…) Qui nel tormentato magma cromatico, nel flusso continuo di colore irrorato da piacevoli sprazzi elettrici, battute nervose, guizzanti variazioni, è dato leggere il decantarsi dell’arte nella sua forma più pura, in cui lo scontro con la materia si risolve nell’estinzione dell’oggetto a favore dell’atto stesso del dipingere, dove il segno perde il suo carattere di rappresentazione e diventa puro movimento, dinamica estroflessione dell’essere in una sorta di primitiva, vitalistica acquisizione del reale per l’intensità con cui ogni singolo colore vi viene assunto”.