Vittorio Sabia, dal catalogo “Dissociazione”, 1980

“(...) Per Sebaste l’arte è “visione” ed ha oltrepassato il confine fra fisico e psichico. Perché il fisico rimane in quel segno a rilievo, in quella cartapesta sofferta, piegata e trasformata; lo psichico si legge in quei tenui colori che sanno di intimo, di analisi sommessa, di intuizioni appena abbozzate, ma profondamente sofferte”.