Leonardo Mancino, dal catalogo “Frammenti di memoria”, 1968
“(…) Così è da vedersi in queste opere (che possono definirsi “della mimesi” e dell’ “operato”) un senso di guerra e di verifica costante, di rottura provocata da tremiti, da tormenti, pure da bisogni di partecipazione al generale destino umano, di contraddizioni e di dolore. Questi quadri sono calchi, forme, sono esemplari incunaboli; ma sono anche oggetti fantastici”.